N° 88
L’OMBRA DI GOBLIN
1.
Il Sin-Cong è un piccolo paese
dell’Indocina con una storia piuttosto travagliata, ma non è la sua storia che
c’interessa adesso, bensì il suo presente. Per qualche oscuro motivo questo
piccolo paese è diventato importante per i piani dell’aspirante conquistatore
del mondo noto solo come Mandarino, che si proclama discendente di Gengis Khan
e sogna non solo di restaurarne l’impero ma di andare più oltre.
Finora si è tenuto in disparte
facendo agire i suoi figli tra cui la giovane donna che in questo momento sta
osservando un monitor. Il suo vero nome lo conoscono in pochi, preferisce usare
il nome di Madame Macabra, che sembra uscito da un racconto pulp degli anni 30,
ma in fondo qualcuno potrebbe dire che lei è proprio quel tipo di personaggio.
La scena che sta osservando si sta svolgendo
all’esterno dell’hotel di lusso dove alloggia segretamente. Tre uomini stanno
discutendo: uno è un afroamericano dal cranio rasato e una folta barba nera
appena spruzzata di grigio che potrebbe avere poco più di cinquant’anni; il
secondo indossa un’armatura nera e argento che nel design ricorda quella di
Iron Man. L’uomo che la indossa si fa chiamare War Machine e pochi potrebbero
ipotizzare che sotto il suo elmo si cela un altro afroamericano ma Madame
Macabra lo sa con certezza; il terzo uomo è un Cinese ed indossa un costume
rosso con un cappuccio che gli copre la parte superiore del volto, i guanti, la
cintura, gli stivali e le stelle sul petto disposte nello stesso modo di quelle
sulla bandiera della Repubblica Popolare Cinese sono gialli.
Madame Macabra sa esattamente perché
l’eroe patriottico cinese chiamato Spirito del Popolo è qui adesso e la cosa
non la preoccupa minimamente.
-Sono pronta a
giocare coi tuoi nemici, padre.- sussurra.
Qualcuno potrebbe pensare che il
distretto di polizia di Central Park sia uno dei più tranquilli della città di
New York e sbaglierebbe perché anche se il numero dei crimini è molto
diminuito, sia dentro che fuori dai confini di uno dei parchi più famosi del
mondo, i reati continuano ad avvenire.
Il Detective di Primo Grado John
Laviano, un veterano italoamericano dai capelli bianchi con lo sguardo
disincantato di chi ne ha viste troppe, si sta occupando dell’omicidio di un
uomo d’affari avvenuto nel suo appartamento di lusso. Non è certo il primo
omicidio su cui Laviano e il suo abituale collega, l’afroamericano Stan Witts,
si trovano ad indagare. Nella sua memoria è ancora ben vivo il ricordo della
strage, avvenuta anni prima, di una famiglia involontaria testimone di
un’esecuzione mafiosa nel bel mezzo del parco. Non essere riuscito ad
incastrare i colpevoli di quei delitti è uno dei fallimenti di cui Laviano più
si rimprovera. In preda alla frustrazione, passò una copia del fascicolo delle
indagini all’unico sopravvissuto, un ufficiale dei Marines, che pensò
personalmente a fare giustizia sommaria degli assassini di sua moglie e dei
suoi figli per poi imbarcarsi in una crociata violenta contro i criminali. Se
fosse stato più bravo, se fosse riuscito ad arrestare Bruno Costa ed i suoi
scagnozzi, pensa spesso Laviano, forse il Punitore non sarebbe mai nato.[1]
La voce di Witts lo riporta al caso
che stanno seguendo:
-Quell’arrogante di
Norman Osborn mi sta davvero sulle scatole. Se è stato lui ad uccidere Vincent
Vandergill[2],
sarò ben lieto di sbatterlo in galera e buttar via la chiave.-
-Non correre
troppo, Stan…- lo rimprovera Laviano -... non sono poi così convinto che sia
stato lui. Non trascuriamo altre piste. Per esempio: negli ultimi tempi
Vandergill è stato visto spesso in compagnia di una donna bruna dall’aspetto
esotico. Forse sarebbe il caso di parlarle… se sapessimo dove trovarla.-
-Forse potrei darvi
una mano.-
A parlare è stato un uomo dai
capelli rossi che è appena entrato in sala agenti affiancato da una bella donna
dai capelli biondi.
-E tu chi saresti,
amico?- lo apostrofa Witts.
-Io ti conosco.-
esclama Laviano -Eri al 107°. O’Brien, giusto?-
-Puoi anche
chiamarmi Mike.- ribatte il nuovo venuto.
-Vuoi dire che è
uno dei nostri?-
-Lo era sino a
qualche anno fa.- risponde Laviano -Poi , se non sbaglio, è passato ai
Federali.-
-Esatto.- conferma
Mike O’Brien -Adesso però lavoro come Capo della Sicurezza della Stark Tower.-
-Se ora sei un
civile, che ne sai del delitto Vandergill?- chiede ancora Witts.
-So chi è la vostra
donna misteriosa e posso aiutarvi a trovarla. Ma intanto lasciate che vi
presenti la mia compagna, l’Agente dello S.H.I.E.L.D. Judith Klemmer.-
-Cos’ha a che fare
lo S.H.I.E.L.D. con un comune omicidio…. O forse non è così comune?- chiede
Laviano.
-C’è poco di comune
quando è coinvolto il Conte Nefaria.- risponde O’Brien.
Anthony Edward Stark è molte cose
per molte persone: un brillante inventore, genio dell’elettronica, un capitano
d’industria, un multimiliardario, playboy, il supereroe in armatura noto come
Iron Man e ultimamente anche un padre di famiglia. Soprattutto lui si considera
uno che guarda al futuro, uno di coloro che pensano che se una cosa può essere
immaginata, allora può essere realizzata ed è forse la cosa che più di tutte
vorrebbe fosse ricordata di lui.
Tutto quello che è lo ha reso da
sempre un bersaglio per ogni genere di nemico. Dovrebbe esserci abituato ma
questo non vuol dire che non si preoccupi questa mattina, mentre cerca senza successo
di concentrarsi sul suo ultimo progetto nel suo laboratorio privato del suo
attico alla Stark Tower.
-Conosco quello
sguardo.- gli dice la sua compagna, la rossa Virginia Ann Potts, meglio nota
con il soprannome di Pepper -Scommetto che stai pensando a quel che è successo
ieri.- [3]
-Vinceresti
facilmente.- replica Tony -La verità è che non riesco a capire perché il
Mandarino abbia mandato suo figlio Temugin a distruggere la sede della
REVolution, non ha molto senso.-
-Forse era una
specie di test.-
-Ci ho pensato,ma
test per chi o cosa? Ho la sensazione che il peggio debba ancora arrivare.-
Pepper non replica ma ha anche lei
la stessa sensazione.
2.
Le parole di Mike
O’Brien sono accolte da una smorfia di scetticismo da parte di Stan Witts.
-Nefaria?- borbotta
-Non è un tizio che ha fatto a botte con i Vendicatori un paio di volte? Che
c’entra lui?-
-Prima di avere una
breve carriera come supercriminale, è stato il Capi dei Capi del Maggia, il
cartello internazionale del crimine.- spiega O’Brien.
-Lo sappiamo cos’è
il Maggia, dicci qualcosa di nuovo.-
O’Brien sospira. Prima che possa
parlare ancora, però, interviene Judith Klemmer:
-Abbiamo ragione di
credere che Nefaria sia dietro ad una cospirazione internazionale di cui
Vincent Vandergill era solo una pedina. Ultimamente frequentava questa donna.-
Fa vedere loro la foto di una
bellissima donna dai capelli neri e la carnagione olivastra. Witts emette un
fischio di ammirazione e commenta:
-Gran bel pezzo
di…-
Judith fa una smorfia disgustata e
prosegue:
-Si chiama Indries
Moomji e forse è Indiana ma usa anche altri nomi. È una seduttrice
professionista impiegata da governi e cartelli criminali come trappola al
miele.-
-Conosco
l’espressione.- interviene John Laviano -Quindi voi pensate che sia stata
assunta per convincere Vandergill a vendere la Oscorp alla Stark-Fujikawa, ho
capito bene?-
-L’idea è quella.-
aggiunge O’Brien -Sapete chi è il Vice Presidente addetto alle fusioni e
acquisizioni della Stark-Fujikawa? Ezekiel Stane. Suo padre Obadiah usò proprio
Indries Moomji per spingere Tony Stark all’alcolismo ed impadronirsi della sua
azienda.-
-E tale padre, tale
figlio. Ha senso, abbastanza da fare una chiacchierata con la signora in
questione e con Mister Stane.-
-Speravo che lo
dicessi, Laviano. Spero che non ti dispiaccia se ti accompagneremo.-
-Ci sono di mezzo
questioni di sicurezza internazionale.- precisa Judith -Se Nefaria è implicato
lo S.H.I.E.LD. Vuole saperlo.-
-Sarete graditi
ospiti.- replica il detective -Basta che non interferiate col nostro lavoro.-
-Lascerò volentieri
a te e Witts tutta la gloria, Laviano, non preoccuparti.- dice O'Brien. A me
interessa solo che certi conti siano chiusi.-
Forse è solo la sua natura
diffidente o i pessimi precedenti che ha avuto con le autorità cinesi in
occasione di altre crisi, ma War Machine
decisamente non è entusiasta di collaborare con l'agente cinese in costume che
si fa chiamare Spirito del Popolo.
-Si dice che tu sia
un fuorilegge, War Machine.- gli si rivolge l'eroe cinese -Se non sbaglio, nel
tuo paese sei ricercato per terrorismo.-
<<Sabotaggio industriale per essere
esatti.>> risponde Jim Rhodes <<Ho fatto saltare un paio di fabbriche di
avidi capitalisti.>>
Inutile dirgli che a quell'epoca
c'era Parnell Roberts dentro l'armatura. Fingere di essere sempre lo stesso
uomo gli è servito come una buona copertura finora, anche se certi suoi recenti
exploit stanno mettendola a dura prova.
Ripensare
a Parnell riporta la sua mente a sua moglie Gloria Sandoval ed a quello che è
successo tra loro la notte precedente, qualcosa che non doveva accadere e di
cui prima o poi dovrà affrontare le conseguenze ma non è il momento di
pensarci.
<<Un gesto che i tuoi padroni avrebbero
apprezzato un tempo, non è vero?>> aggiunge.
-Il mio solo
padrone è il Popolo Cinese.- ribatte l'altro -Io ne sono solo l'umile servo.-
<<Certo, come no? Ora ti dispiace spiegarci
perché il Sin-Cong è così importante per il Mandarino? È solo uno sputo di
paese senza nessun interesse.>>
-Non posso dirti ciò che non so. Magari è qui perché ci sei tu. Ho
sentito che sei nella lista dei suoi nemici.-
Rhodey
ammette di non averci pensato ma forse è davvero la spiegazione corretta, forse
ciò che vuole il Mandarino è solo pura e semplice vendetta.
Lo
Spirito del Popolo prosegue:
-Forse
la domanda dovrebbe essere: perché ci sei tu? Cosa cerca un presunto terrorista
nel Sin-Cong?-
<<Non tradisco la riservatezza dei miei
datori di lavoro.>>
Il Cinese fa un
sorrisetto mentre sul volto di Andrew Chord si dipinge un'espressione perplessa.
-Quindi hai un committente? Allora dovrei
chiedermi chi potrebbe guadagnarci. Forse il tuo datore di lavoro è il creatore
della tua armatura. Tony Stark in persona?-
Ci
sei vicino, pensa Rhodey e ribatte:
<<Ascolta amico, come ho detto: i miei affari
sono solo miei. Ora scusatemi ma ho delle cose urgenti che mi
aspettano.>>
Così dicendo War
Machine si solleva in volo.
-Tipo interessante,
non crede Mr. Chord?- chiede il supereroe cinese vedendolo andar via.
Andrew
Chord rimane silenzioso
I meeting societari possono essere
noiosi e Tony Stark ne ha visti abbastanza da sapere quanto sia vero, quello
del Consiglio dei Direttori della Stark-Fujikawa non fa eccezione. Tony si
guarda intorno con discrezione. Conosce tutti i presenti e sa che alcuni di
loro lo vedrebbero volentieri morto. Sunset Bain e Zeke Stane ad esempio. Per
fortuna c'è gente come Meredith McCall, il suo primo amore e madre del suo
primogenito. Lei è sicuramente un'alleata.
Morgan Stark, appena rientrato dal
Giappone prende la parola:
-Il mostro nuovo
membro Ezekiel Stane ci dirà le ultime novità sulla scalata alla Osborn
Corporation. Mr. Stane...-
Il giovane si alza in piedi ma prima
che riesca a parlare la vetrata della sala riunioni va in mille pezzi mentre
nella sala riunioni entra una figura in un costume verde e porpora che monta un
velivolo a forma di ali di pipistrello.
-Stane!- grida
-Dov'è quel farabutto?-
Tony quasi non crede ai propri occhi:
quello è proprio Goblin.
3.
Rientrato nella sua camera senza essere visto, Jim Rhodes si sbarazza
della sua armatura ed indossa una pratica maglietta e dei jeans su cui indossa
un giubbotto. Ha appena completato l’operazione che il suo telefono squilla.
Quando vede da chi viene la chiamata non
sa se essere felice o preoccupato.
-Ciao, Rae. Come vanno le cose a New York?-
chiede.
<<Se ti dicessi che la REvolution è
stata attaccata dal figlio del Mandarino ti stupiresti?>> ribatte sua
moglie.
-Non tantissimo,qui è accaduto qualcosa di
simile.-
I
due si scambiano i resoconti di quanto loro accaduto nelle ultime
ventiquattro’ore[4]
ed alla fine Rhodey dice:
-È chiaro che il Mandarino ci ha preso di
mira. Conoscendolo, ci riproverà presto e…-
In
quel momento Glenda Sandoval esce dalla sua stanza e Rhodey si blocca di colpo.
<<Rhodey, tutto bene? Che
succede?>> chiede Rae Lacoste-Rhodes con tono preoccupato.
-Nulla.- si affretta a rispondere lui -Tutto a
posto.-
<<Ne sei sicuro? Hai una voce
strana.>>
-Sì, tranquilla Ti richiamo più tardi.-
Prima che Rae possa
replicare, Rhodey interrompe la comunicazione. Stupido, si dice, ora sì che
penserà che c’è qualcosa che non va e avrebbe ragione. Probabilmente penserà
che lui si sia messo alla caccia di Madame Macabra, non le verrà di certo in
mente che lui ha passato la notte con Glenda.
È proprio a Glenda che si
affianca in ascensore. Nessuno dei due parla: l’imbarazzo tra loro è palpabile
ed entrambi sono sollevati quando le porte si aprono.
Pochi minuti dopo sono
nella sala riunioni dove li stanno aspettando Andrew Chord e la delegazione del
governo del Sin-Cong con l’interprete Anna Wei. È quest’ultima a rivolgersi a
loro traducendo le parole del capo delegazione:
-Ora che ci siamo tutti, è possibile
ricominciare le trattative sperando che ciò avvenga sotto i migliori auspici.-
Dopo
uno scambio di convenevoli tutti si siedono. Rhodey ha l’impressione che Chord
lo guardi in modo strano ma forse è solo paranoia, la stessa che gli fa temere
un attacco imminente. Spera di sbagliarsi.
Il
Folletto Verde attraversa la sala ed afferra Zeke Stane per il bavero della
giacca e lo solleva dalla poltrona in cui siede.
-Qualcuno vuole appiopparmi un omicidio che
non ho commesso.- gli dice -Se ci sei tu dietro a tutto, te lo farò sputare.-
Approfittando della
confusione Tony Stark si eclissa e contemporaneamente richiama a sé la sua
armatura. Si infila in una stanza vuota e si fa ricoprire da quella meraviglia
tecnologica per poi uscire dalla finestra e raggiungere rapidamente la sala
riunioni dove, nel frattempo, Goblin sta minacciando il giovane Stane.
-Ora confesserai o sarà peggio per te.-
-Ti sbagli, io non so di cosa stai parlando.-
ribatte il ragazzo.
-Davvero? Lo vedremo.-
<<Quel
che vedremo sei tu che ti arrendi pacificamente.>>
La
voce elettronicamente distorta di Iron Man echeggia nella stanza. Goblin lo
guarda. Nessuna emozione traspare dalla sua maschera.
-Non t’impicciare, Iron Man….- dice -Non sono
affari che ti riguardano.-
<<Questo
lascialo decidere a me. Ora lascia andare Zeke Stane.>>
-Non credo che lo farò.-
Con
un movimento più rapido di quanto il Vendicatore Dorato si aspettasse, Goblin
gli lancia contro delle bombe zucca che gli esplodono in faccia.
Altrove,
in un loft di lusso, la donna che si fa chiamare Madame Masque osserva il Conte
Nefaria versarsi del pregiato cognac.
-Tieni.- le dice lui porgendole un bicchiere
poi, dopo qualche istante, aggiunge -Non hai bisogno di tenere la maschera
quando siamo soli, Giulietta.-
La
donna si sfila la maschera dorata che le copre il volto e replica:
-Non Bethany? Credevo che ti fossi abituata a
sentirti chiamare così da quando occupi il corpo della deliziosa Miss Cabe.-
-Che era il tuo piano fin dall’inizio.-
ribatte la ragazza scuotendo la chioma di capelli rossi che erano nascosti da
una parrucca nera -Ha funzionato, non ne sei contento?-
-Lo
sono e molto.- risponde Nefaria -Ho sempre voluto il tuo bene.-
-Per questo mi hai fatto adottare da Byron
Frost? Ma non parliamo di questo Come sta procedendo la nostra operazione?-
-Alla perfezione. Il nostro giovane alleato ha
fatto bene la sua parte e tra poco sapremo se avrà avuto successo.-
-Ti fidi di lui?.
-Io mi fido solo di me stesso… e di te.
Naturalmente.-
-Ne sono lusingata… papà.-
Io,
invece, pensa Madame Masque, mi fido solo di ne stessa.
4.
L’impatto delle due bombe zucca non è sufficiente a danneggiare
l’armatura ma basta a sbilanciare Iron Man.
-Perché voi buffoni in costume non sapete fare
a meno di impicciarvi degli affari altrui?- sbotta Goblin.
<<Senti
da che pulpito viene la predica. Non sono io quello che si veste come una comparsa
del Signore degli Anelli e con colori discutibili.>> replica il Vendicatore
Dorato sparando una scarica di repulsori che il suo avversario evita agilmente.
-Le tue battute sono pessime.- replica Goblin -Peggio di quelle dell’Uomo Ragno.-
Dal
suo dito indice parte una scarica che colpisce in pieno la piastra pettorale
dell’armatura. Mentre viene sbalzato indietro, Iron Man pensa che questo Goblin
è un osso più duro di quanto credesse.
Poco
distante Ezekiel Stane sorride: sta andando meglio del previsto.
L’uomo
che entra nella Stark Tower è chiaramente cinese, giovane, di bell’aspetto,
cranio rasato, completo di sartoria fatto su misura, valigetta ventiquattrore
al polso. Tutto lo indica come un manager che deve fare una visita d uno dei
tanti uffici della torre e questo indicano le sue credenziali come Terence Yuan,
vicepresidente delle Temujin Enterprises di Hong Kong. Tuttavia l’apparenza a
volte inganna.
I sofisticati sensori
della torre lo scandagliano da cima a fondo e lo identificano come Temugin, il
figlio del Mandarino. Un allarme scatta in tutta la torre. Uno speciale segnale
appare sui cellulari di due determinate persone all’interno del grattacielo.
-Non ci posso credere!- esclama Harold Joseph
Hogan, detto Happy, Direttore Esecutivo della Fondazione Maria Stark –Quel
bastardo ha avuto la faccia tosta di venire sin qui in pieno giorno!-
Happy si assicura che la
porta del suo ufficio sia ben chiusa, poi si avvicina ad una parete che si apre
rivelando un’armatura di Iron Man.
Altrove, in un edificio
molto simile, un uomo dai capelli biondi annodati a coda di cavallo riflette
mentre è seduto alla sua scrivania.
Tony Stark forse crede
che si sia dimenticato di lui ma presto capirà il suo errore, pensa Tiberius
Stone. Compone un certo numero su un cellulare criptato e dice:
-Spymaster, ho un lavoro
per te.-
5.
La limousine si ferma davanti all’ingresso della Stark Tower e lo trova
completamente sigillato.
-Che succede?- chiede Kathy Stark.
-Non ne ho idea, Miss Stark.- risponde
l’autista -Ho provato a chiamare la torre ma nessuno risponde.-
-Sono i protocolli di difesa ideati da mio
padre.- afferma la ragazzina. -C’è sicuramente qualche minaccia in corso e la
torre è completamente isolata. Nessuno può entrare o uscire.-
-Che facciamo adesso, Kathy?- le chiede il suo
fratellastro Howard Finch Jr.
-Aspettiamo Howie, non possiamo fare altro. –
Glenda
Sandoval pensa alle bizzarre circostanze che l’hanno portata sin qui. Sembrava
un lavoro semplice: fare da consulente per la costruzione di un ospedale
finanziato dalla Fondazione Stark e dalla Fondazione Taylor e supervisionare le
attrezzature mediche. Un lavoro più tranquillo dei suoi turni come volontaria
in Africa e l’avrebbe aiutata a non pensare a Parnell… ma c’era Rhodey.
-Mi scusi, Dottoressa Sandoval…- la voce di
Anna Wei interrompe il flusso dei suoi pensieri -… il Dottor Yang vorrebbe
sapere cosa ne pensa di…-
Le
parole della giovane donna si perdono nel suono di un’improvvisa esplosione:
una parete è crollata e ne entra un carro armato dalla cui torretta partono
raffiche di mitra.
Si
ricomincia, pensa Jim Rhodes mentre si getta a terra. Si guarda intorno: Glenda
sembra illesa, ma per quanto ancora?
Sente improvvisamente una
mano sulla sua spalla, è Andrew Chord.
-Si muova Rhodes.- gli dice -Faccia quel che
deve.-
Rhodey
annuisce. Non è sorpreso che Chord abbia intuito la sua doppia identità, era
una deduzione ovvia dopotutto. Ora non è il caso di pensarci, è il momento di
agire.
Si allontana e richiama
la sua armatura.
Iron
Man riprende l’assetto di volo. Goblin è un avversario più tosto di quanto si
aspettasse. Credeva che sconfiggerlo sarebbe stato facile ma deve ricredersi.
Quel suo aliante è incredibilmente manovrabile e lo rende difficile da colpire.
-Perché non mi lasci in pace?- gli dice il
Folletto mentre gli scaglia addosso un’altra bomba zucca -Sto cercando di
redimere il nome di Goblin e che succede? Arriva un idiota e cerca di
incastrarmi per un omicidio che non ho commesso. Hai idea di come ci si sente?-
<<In
effetti, sì.>> risponde Iron Man mentre distrugge la bomba a mezz’aria con una scarica
di uniraggio <<È capitato almeno
un paio di volte a me ed a quasi tutti quelli che conosco, ma non è questo il
punto. Non puoi andartene in giro ad accusare la gente e minacciarla.>>
-Ma davvero? E tu allora , cos’è che ti rende
così speciale da poterlo fare?-
<<Una
tessera di Vendicatore, tanto per cominciare. Per quanto ne so, tu sei sempre
un supercriminale, il nemico n. 1 dell’Uomo Ragno.>>
-Non sono lo stesso uomo, è così difficile da
credere?-
E
se dicesse la verità? Si chiede Tony Stark. Se davvero questo non fosse Norman
Osborn ma qualcun altro? D’altra parte lui stesso ha usato la stessa bugia in
passato, quindi come essere sicuro che non stia mentendo? Poco importa: lo fermerà
e gli farà le domande dopo.
Spara
una scarica di repulsori contro l’aliante ed il risultato è che Goblin si
rovescia a testa in giù per poi precipitare verso terra.
<<Maledizione!>> esclama Iron Man.
Non voleva ammazzare il
suo nemico. Ora deve salvarlo. Si getta a capofitto verso il suo avversario che
nel frattempo è riuscito a premere un pulsante sul suo glider.
Una sorta di folta nebbia
avvolge Iron Man che reagisce attivando ancora una volta il suo uniraggio.
Quando la nebbia si dissipa Goblin è scomparso.
Può essere andato
dovunque ma può ancora tentare di rintracciarlo grazie ai sistemi della sua
armatura.
Sta per provarci quando
un allarme speciale risuona nell’armatura. Tony lo riconosce immediatamente: la
Stark Tower è sotto attacco. Goblin dovrà aspettare, ora ha cose più urgenti a
cui pensare. Avvertirà l’Uomo Ragno via Communicard, che se ne occupi lui.
Quanto a chi ha attaccato
la torre, imparerà che non è saggio sfidare Iron Man a casa sua.
CONTINUA
NOTE DELL’AUTORE
Onestamente,
nulla da dire: se non sapete chi è Goblin, peggio per voi. Spero che abbiate
comunque gradito questa breve digressione dalla trama principale. A proposito
della quale, nel prossimo episodio: il Mandarino si rivela.
Basta
così .
Carlo